Riqualificazione energetica di edifici storici: tutela e modernizzazione

Il delicato equilibrio tra conservazione e prestazioni energetiche

Il patrimonio edilizio storico italiano rappresenta una risorsa culturale, sociale ed economica straordinaria. Tuttavia, è anche un settore caratterizzato da consumi energetici elevati e da complessità tecniche e normative nell’intervenire in chiave efficiente. Come evidenziano studi recenti, gli edifici storici “non sono spesso adatti agli approcci standard di retrofitting” e richiedono «un metodo più olistico» che consideri interazione edificio-utente­clima.

Perché intervenire

  • Il miglioramento dell’efficienza energetica consente di ridurre consumi e emissioni di CO₂, oltre a migliorare comfort e salubrità degli spazi.
  • Per gli edifici storici, l’intervento energetico è anche un’occasione per valorizzare il bene, prolungarne la vita utile e aumentare la qualità dell’abitare o dell’uso.
  • Tuttavia, come riportato da un articolo sul patrimonio italiano, «l’Italia è a -10% dal target UE 2030» in termini di efficienza energetica.

Le criticità specifiche degli edifici storici

Quando si interviene su edifici vincolati o di pregio si incontrano alcune problematiche ricorrenti:

  • Vincoli architettonici, paesaggistici o culturali che limitano modifiche esterne o alterazioni visive.
  • Stratigrafie murarie complesse, materiali originari, tecniche costruttive che non si prestano facilmente a isolamenti standard.
  • Rischio di condensa interstiziale, accumulo di umidità, ponti termici non evidenti.
  • Necessità di garantire il rispetto dell’identità storica e di minimizzare l’impatto visivo delle nuove soluzioni.
  • Approcci tradizionali che non considerano il comportamento degli utenti e della struttura nel suo complesso.

Le soluzioni e strategie progettuali

Per rispondere alle sfide, ecco alcuni approcci tecnici efficaci:

  • Isolamento interno a basso spessore e materiali traspiranti: adottare cappotti interni compatibili con murature storiche, evitando alterazioni esterne.
  • Infissi ad alte prestazioni inseriti nei telai esistenti o con serramenti che ne mantengano l’estetica.
  • Impianti decentralizzati come VMC (Ventilazione Meccanica Controllata), pompe di calore, sistemi reversibili: soluzioni meno invasive.
  • Progettazione integrata e multidisciplinare: il team deve coinvolgere architetti, ingegneri, restauratori, storici dell’arte.
  • Analisi preliminari fondamentali: stratigrafia, bilanci igrotermici, simulazioni di comportamento (anche LCA/GWP). Come sottolineato da linee guida dedicate agli edifici storici.
  • Documentazione e motivazione progettuale: con l’introduzione del passaporto di ristrutturazione e della normativa Direttiva EPBD IV, ogni intervento dovrà essere giustificato anche sotto il profilo energetico e conservativo.

Implicazioni normative e incentivi

  • I vincoli derivanti dal D.Lgs. 42/2004 (“Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”) sono centrali quando l’edificio è sottoposto a tutela.
  • Le linee guida come quelle pubblicate da buildingSMART Italia definiscono criteri specifici per gli edifici storici.
  • Incentivi e strumenti (ad esempio i bonus edilizi, detrazioni fiscali) restano disponibili anche per patrimoni storici, ma occorre valutare compatibilità e limiti.

In conclusione

La riqualificazione energetica degli edifici storici non è un ostacolo: è un’opportunità. Un’opportunità per coniugare valore storico e modernità, per rendere più vivibili e sostenibili le nostre città, per dare nuova vita a manufatti che raccontano storie.


Con la giusta progettazione, il rispetto del contesto e l’adozione di tecnologie appropriate, è possibile ottenere risultati significativi in termini di prestazione e conservazione.