Resistenza termica vs emissività delle camere d’aria

Aggiornamento tecnico avanzato

La crescente esigenza di ridurre i consumi energetici negli edifici esistenti richiede ai progettisti di valutare con precisione ogni contributo alla prestazione termica delle stratigrafie.
Due parametri spesso presenti nelle soluzioni di riqualificazione—resistenza termica degli strati ed emissività delle camere d’aria—sono fondamentali, ma non sempre ben compresi o correttamente utilizzati.
Questo articolo chiarisce cosa significano, come si calcolano e in quali applicazioni offrono reali benefici.

La resistenza termica

La resistenza termica è la capacità di un materiale di opporsi al passaggio del calore per conduzione.

  • d = spessore del materiale (m)
  • λ = conducibilità termica (W/mK)

Maggiore è la resistenza termica, minori sono le dispersioni, più è semplice rispettare i limiti di trasmittanza secondo D.M. Requisiti Minimi, CAM, EPBD, e normative regionali.

➤ Perché per il progettista è un parametro centrale?

  • Determina la U finale dell’elemento edilizio.
  • È stabile e verificabile con schede tecniche e certificazioni.
  • Consente confronti immediati tra materiali isolanti.

➤ Dove fa davvero la differenza?

  • Cappotti esterni ed interni
  • Isolamento di coperture e solai
  • Vespaio, pavimenti su terra
  • Intercapedini riempite con isolanti fibrosi o granulari

La resistenza termica rappresenta la base di ogni progetto termotecnico.

Emissività delle camere d’aria: il parametro che governa gli scambi radiativi

Oltre alla conduzione, in una camera d’aria non ventilata entrano in gioco gli scambi radiativi tra le superfici che la delimitano.
L’emissività di tali superfici (ε) indica quanto assorbono/emetteno radiazione infrarossa:

  • ε ≈ 0,90–0,95 → superfici comuni (intonaco, cartongesso, laterizi)
  • ε ≈ 0,03–0,10 → superfici riflettenti (alluminio, film metallizzati)

Una emissività bassa riduce drasticamente gli scambi radiativi → la camera d’aria diventa molto più isolante.

➤ Quanto può valere una camera d’aria riflettente?

Secondo UNI EN ISO 6946 e UNI EN 16012:

  • Camera d’aria con superfici normali: R ≈ 0,15–0,20 m²K/W
  • Camera d’aria con almeno una superficie riflettente: R può arrivare a 0,7–1,0 m²K/W

L’aumento di prestazione non deriva dall’aria ma dalla riduzione della componente radiativa.

Quando la resistenza termica è più vantaggiosa?

✔ In tutte le stratigrafie che richiedono trasmittanze molto basse

→ cappotti, coperture, pareti contro terra, solai contro ambienti freddi.

✔ Quando servono prestazioni stabili nel tempo

→ materiali isolanti certificati, densità controllata, comportamento prevedibile.

✔ Dove non è possibile installare camere d’aria utili

→ pareti piene, cappotti aderenti, insufflaggio.

✔ Dove serve massa o comportamento estivo avanzato

→ isolanti fibrosi o a elevata capacità termica.

Quando l’emissività delle camere d’aria porta vantaggi?

✔ Spazi ridotti dove occorrono resistenze termiche aggiuntive

Esempio: contropareti interne a basso spessore dove non è possibile applicare 10–12 cm di isolante.

✔ Tetti e sottotetti, soprattutto nel periodo estivo

L’irraggiamento è la componente dominante → superfici riflettenti riducono i carichi termici.

✔ Riqualificazioni “leggere” o interventi integrativi

Un isolante riflettente può aggiungere resistenza termica senza aumentare molto lo spessore.

✔ Sistemi multistrato riflettenti con camere d’aria disposte correttamente

Funzionano solo se la posa prevede camere d’aria non ventilate (2–4 cm) su una o entrambe le facce.

Come scegliere? Linee guida operative per il progettista

1. Definisci l’obiettivo tecnico

  • Serve abbassare la trasmittanza? → privilegia la resistenza termica.
  • Serve migliorare il comportamento estivo? → considera superfici riflettenti.

2. Valuta lo spazio disponibile

  • Spessori ampi: isolante tradizionale → R elevata garantita.
  • Spessori ridotti: camera d’aria riflettente può dare benefici significativi.

3. Considera la durabilità

L’efficacia della bassa emissività dipende da:

  • no polvere
  • no ossidazione
  • nessun contatto diretto con materiali che la degradano

4. Attenzione alla posa

Una camera d’aria funziona solo se controllata:

  • non ventilata
  • con spessore definito
  • con superfici realmente riflettenti

Molti errori di cantiere annullano completamente la prestazione dichiarata.

5. Rispetta le normative

  • UNI EN ISO 6946 → calcolo della resistenza delle camere d’aria
  • UNI EN 16012 → prestazioni degli isolanti riflettenti

Riferirsi sempre ai valori certificati, non alle promesse commerciali.

In conclusione

In riqualificazione energetica non esiste un materiale “migliore” in assoluto.

La resistenza termica rimane il pilastro del comportamento energetico dell’involucro, ma l’emissività delle camere d’aria offre un’opportunità aggiuntiva quando spazi e condizioni progettuali lo permettono.

Un progettista consapevole utilizza entrambi gli strumenti:

  • la resistenza termica per garantire prestazioni misurabili e durature;
  • le superfici riflettenti per migliorare la stratigrafia dove il calore radiante è dominante o gli spessori sono limitati.